DOMANDE FREQUENTI

Domande Frequenti


- Il pellets di colore bianco è di qualità migliore rispetto a quello scuro?
No, il colore dipende dal legno che viene utilizzato. Il pino e l'abete sono di colore bianco o giallo chiaro con un potere calorifico un pò più basso, Il faggio è più scuro (marroncino o rossiccio) ma ha un potere calorifico più alto ed è più diffuso come legno di origine italiana.

- Come mai alcune qualità di pellets lasciano maggiori residui di ceneri?
I residui possono dipendere dalla taratura della combustione (per questo è consiglita appena installata la stufa), ma soprattutto dalla qualità e tipologia del pellet usato.

- Come si produce il pellets?
Il materiale sciolto (trucciolo) viene immesso nella cavità di pellettatura, un pressore rotante forza il materiale attraverso gli stampi forati, comprimendolo e trasformandolo in pellet. A questo punto dei coltelli tagliano il combustibile della lunghezza desiderata. Nel corso di questa fase si raggiungono elevate temperature che determinano il parziale ammollimento dei costituenti della matrice legnosa, in modo specifico della lignina, che fondendosi funge da collante naturale.
La successiva fase è quella di raffreddamento; il pellet viene, infatti, estruso dalla pellettizzatrice ad una temperatura superiore a 90°C. Con il raffreddamento avviene un'ulteriore essiccazione del combustibile e la separazione delle parti fini, risultando quindi indispensabile per stabilizzare e formare i piccoli cilindri.

Quindi le fasi principali sono:

1.pre-trattamento della materia prima al fine di renderla omogenea in termini di granulometria ed umidità. Tale fase consiste, a sua volta, in una serie di operazioni quali: raffinamento, essiccazione, condizionamento e separazione dei metalli;

2.pressatura degli scarti legnosi all'interno di matrici forate dette trafile;

3.raffreddamento del pellet;

4.separazione delle parti fini;

5.imballaggio e immagazzinamento

- Che fare delle ceneri residue?

Le ceneri del legno possono essere usate come fertilizzante per le piante ornamentali degli interni e dei giardini. Vanno sparse senza eccedere (dai 150 ai 200 grammi di cenere per ogni metro quadrato del vostro orto. Se invece volete concimare siepi o alberi, la cenere dovrà essere sparsa in superficie in quantità di 50 grammi per metro quadrato da disperdere alla base della pianta) altrimenti i minerali presenti faranno l'effetto contrario e bruceranno tutto. In assenza di piante e/o giardini le ceneri vanno smaltite nei rifiuti organici.


- Quali sono i vantaggi di un impianto di combustione alimentato a pellet rispetto a uno alimentato a legna?

- Il trasporto risulta più agevole ed economico.

- La garanzia di funzionamento è maggiore, grazie a un combustibile minuto e omogeneo, che non richiede continuamente il carico manuale.

Lo spazio necessario per lo stoccaggio è inferiore.

- Perchè il Pellet Conviene ?

- Perchè il pellet costa molto meno rispetto ai tradizionali combustibili fossili:
a parità di calore prodotto il pellet risulta essere decisamente meno caro rispetto al gasolio, al gas metano o ancor più se gas G.P.L. (Gas Petroliferi Liquefatti).

- Perchè il pellet è una risorsa rinnovabile ottenuta prevalentemente dalla lavorazione di segatura proveniente dalla lavorazione del legname o da legno vergine.

 - Perchè il pellet rispetta il Protocollo di Kyoto in materia di emissioni di Co2:

il pellet essendo un materiale di origine biologica abbassa notevoltente le emissioni di anidride carbonica rispetto ai combustibili fossili a parità di resa calorica

- Perchè il pellet è comodo e facile da trasportare:

il pellet rispetto alla legna da ardere ha una densità molto più alta e quindi occupa uno spazio minore e può essere facilmente trasportato sfuso, in sacchetti o Big Bag

- Perchè il pellet è ottenuto dal riutilizzo di materiali di scarto:

con l'invenzione del pellet i materiali di scarto provenienti dalla lavorazione del legname, che in passato venivano gettati, hanno una seconda vita e vengono riutilizzati al 100%

- Perchè il pellet richiede pochissimo impegno per il suo utilizzo:

è comodo e leggero e può essere stipato in grandi quantità limitandone i rifornimenti, può quindi essere utilizzato anche da persone anziane

- Perchè il pellet ha un costo che non subisce drastiche variazioni come il petrolio:

il prezzo del pellet è stabile ed affidabile e non risente di tutti quei fattori che invece determinano i cambiamenti di prezzo del gas o del gasolio come ad esempio le guerre

- Perchè il pellet brucia ad elevate temperature limitando le quantità di ceneri:

vista la sua elevata densità e il suo basso tenore di umidità (8÷12 %) minore rispetto alle legna da ardere, brucia quasi completamente raggiungendo altissime temperature limitando quindi le quantità prodotte di ceneri e di residui come il catrame e favorendo una pulizia più veloce della stufa, della caldaia o della canna fumaria

- Perchè il pellet è un prodotto naturale e non contiene sostanze chimiche aggiunte:

la compattezza e la forma a cilindro dei pellets e mantenuta tale nel tempo grazie alla lignina che è una sostanza naturale presente nel legno e che si attiva durante le fasi di lavorazione, la lignina inoltre ne favorisce anche la scorrevolezza e la fluidità

- Perchè il pellet riduce la nostra dipendenza dal gasolio e dal gas:

i combustibili fossili come il gas o il gasolio creano dipendenza nei paesi importatori i quali sono soggetti ai capricci del mercato e ai cambiamenti politico-socilai dei paesi produttori

- Perchè il pellet è una risorsa inesauribile e senza limitazioni geografiche:

il pellet essendo un materiale di origine vegetale può essere prodotto ovunque ed è quindi una risorsa inesauribile, oggi esistono anche piccole macchine per la produzione fai da te.


- E' vero che la stufa a pellet non necessita di un tubo di scarico?


Assolutamente NO. La stufa a pellet necessita ASSOLUTAMENTE di uno scarico fumi esterno COIBENTATO che superi di almeno 50 cm. il colmo del tetto.


- E' vero che se si passano i tubi della stufa in tutta la casa, si riscalda meglio l'ambiente?


Assolutamente NO. Questo infatti , causa dispersione di calore e i fumi faticano poi ad uscire dalla canna fumaria creando fenomeni di condensa e grossi depositi di cenere all'interno delle tubazioni installate orizzontalmente.


- E' importante la manutenzione straordinaria della stufa da farsi ogni anno?


La pulizia della stufa e della rispettiva canna fumaria è obbligatoria, ed è molto importante per il buon funzionamento, la resa e la durata del prodotto nel tempo.


- A cosa serve la certificazione sugli impianti?


Serve a garantire una maggior sicurezza all'utente che richiede al posatore l'installazione. Questa certificazione infatti tutela il cliente nel caso si presentino delle anomalie nell'impianto. Attenzione però! Questa certificazione può essere rilasciata solamente da personale qualificato.

Perciò, sia la costruzione delle canne fumarie, sia l’installazione di caminetti,stufe ecc, deve essere fatta da imprese iscritte alla CCIA come da DM 37/08, articolo1. comma 2 lettera c), (anche se con le opportune limitazioni). In particolare le canne fumarie devono essere progettate e avere la dichiarazione di conformità anche quando non hanno ancora l’apparecchio allacciato in quanto parti di impianto termico ( vedi DM 37/07 allegato 1- legenda: punto7). 


- Si possono usare i tubi in alluminio flessibili o quelli in lamiera per lo scarico fumi delle stufe?


Assolutamente NO. E' molto pericoloso, perche i tubi in alluminio servono per un'eventuale canalizzazione dell'aria, mentre quelli in lamiera sono per le stufe a kerosene. Si devono utilizzare per l'interno i tubi in acciaio pesante (non ghisa come dicono)neri o grigi da 2 mm. di spessore , in acciao inox coibentati se all'esterno dell'edificio.


- Come funziona l'accensione elettronica della stufa a pellets?


L'accensione della stufa è completamente elettronica e sicura. Analogamente a quanto avviene nelle comuni caldaie a gas, l'accensione avviene nell'arco di 5 - 10 minuti tramite una resistenza elettrica (detta candeletta) che da origine alla combustione del pellet. Il telecomando in dotazione (ove presente) permette l'accensione da una distanza di 5 metri; il cronotermostato permette inoltre la programmazione oraria di accensione e spegnimento.


- E' possibile programmare l'accensione della stufa a pellets quando non si è in casa?


Certamente. Le stufe a pellets sono dotate di cronotermostato che consente di impostare la programmazione di accensione e spegnimento della stufa secondo gli orari di proprio gradimento senza necessità di azionare manualmente i comandi di accensione e spegnimento.

Quelle di ultima generazione possono essere comandate e gestite anche da remoto (fuori casa) per mezzo dell'apposita App.


- Qual'è l'autonomia di funzionamento della stufa a pellets?


Grazie al serbatoio ad alta capacità in base al modello acquistato, l'autonomia di funzionamento varia da un minimo di 10 h ad oltre 40 h a seconda della potenza di regolazione impostata.


- Quali sono i consumi delle stufe a pellets?

Il consumo orario della stufa a pellets varia da un minimo di 0.7 KG/h ad un massimo di 4.5 KG/h a seconda della potenza di regolazione impostata e dal modello di stufa.


- E' vero che utilizzando le stufe a pellets si può risparmiare il 40% delle spese di riscaldamento rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali?

Attraverso la gestione controllata elettronicamente e la sonda ambientale, la stufa a pellets è in grado di raggiungere alti rendimenti e bassi consumi con un risparmio energetico approssimativamente del 40% rispetto ai tradizionali sistemi di riscaldamento.


- Quali sono le Emissioni della stufa a pellets?
Grazie all'utilizzo del pellet, che viene ricavato dalla pressatura degli scarti di legno, senza aggiunta di collanti, le stufe a pellets sono caratterizzate da una bassa emissione di fumi e da una riduzione di CO2 prodotta del 25% rispetto agli altri combustibili.

- E' possibile riscaldare l'intero ambiente domestico con le stufe a pellets?

Le stufe a pellets della serie Thermo, opportunamente collegate all'impianto idraulico, assolvono egregiamente alla funzione di vere e proprie caldaie con possibilità di allacciare al sistema vari terminali di riscaldamento per scaldare l'intero ambiente domestico, ma anche i modelli ad aria se posizionati a dovere possono dare lo stesso servizio.

- Come funziona l'installazione della stufa a pellets? Quanto costa?

L'installazione delle stufe a pellets può essere effettuata dal vostro idraulico di fiducia o in alternativa dal Centro di Assistenza Tecnica della Marca acquistata, che è in grado di curare ogni problematica legata all'installazione di ogni tipo di sistema di riscaldamento mediante stufe a pellets. Il costo del servizio dipende da alcuni fattori che devono essere valutati in base alle caratteristiche dell'abitazione in cui effettuare l'installazione.

- Quali sono le dotazioni elettroniche delle stufe a pellets?

Tutti i modelli di stufe a pellets sono dotati di una centralina elettronica (scheda madre) per la gestione di accensione e spegnimento, di un telecomando o display (in base al modello) per l'accensione, lo spegnimento e la regolazione della stufa, di un cronotermostato per la programmazione degli orari di accensione della stufa e di una sonda ambientale per la gestione della temperatura confort e del consumo. Il dispositivo di regolazione dispone di 4 o 5 livelli di regolazione della potenza di fuoco in base al modello acquistato.

- Una stufa a pellet con relativa canna (umana esterna. in acciaio, zincato) può usufruire della detrazione fiscale del 55% o del 36% e quale aliquota IVA bisogna applicare?

La stufa a pellet può fruire della detrazione Irpef del 36%, (articolo I. commi 17-19. legge 244/2007) e dell'aliquota Iva al 10%.Non può invece adottare la detrazione del 55% (articolo 1 - commi 20-24, legge 244/2007), che riguarda solo gli impianti dotati di caldaia a condensazione, o di pompa di calore ad alta efficienza, oppure gli impianti geotermici a bassa entalpia, se installati in sostituzione del precedente impianto. Per quanto riguarda la detrazione del 36% bisogna specificare che la stessa viene applicata oltre che agli interventi di recupero edilizio di abitazioni, anche ad altre tipologie di lavori, tra i quali quelli volti al conseguimento del risparmio energetico. Infatti la Circolare 57/E/1998 esplicita che in tale tipologia sono comprese le opere elencate nel decreto ministeriale del 15 febbraio 1992 art. 1*, tra le quali l’installazione di generatori di calore che utilizzano, come fonte di energia, prodotti di trasformazione di rifiuti organici, inorganici o di prodotti vegetali, purché presentino, in condizione di regime, un rendimento misurato con metodo diretto, non inferiore del 70%.
In questi casi occorre però acquisire idonea documentazione (scheda tecnica del produttore) che attesti che l'impianto permette di conseguire il risparmio energetico.nel rispetto dei limiti fissati dalla normativa vigente in materia.
Per ottenere la detrazione Irpef è necessario l'invio della prescritta comunicazione preventiva al Centro operativo di Pescara e il pagamento delle spese agevolate tramite bonifico bancario o postale. A ciò si deve altresì aggiungere l'ulteriore necessità, pena il disconoscimento dell'agevolazione, di chiedere al soggetto che installerà la stufa l'indicazione in fattura del costo della relativa manodopera impiegata (necessaria anche in caso di fornitura di beni con relativa posa in opera), con le modalità che sono state precisate nella circolare 11/E/2007 (articolo comma 19, legge 244/2007).
In presenza di tutte le suddette condizioni, pertanto, il contribuente potrà fruire della detrazione Irpef del 36% per l'installazione della stufa a pellet, nonché dell'aliquota Iva al 10% (articolo i, comma 19, legge 244/2007), applicabile anche qualora tale intervento sia stato qualificato, dal Comune, come semplice manutenzione ordinaria dell'abitazione (circolare 71/E/2000). In merito all’aliquota Iva, si ritiene comunque che l’agevolazione possa essere applicata per l'intero corrispettivo legato alla manodopera e ai materiali impiegati nei lavori, mentre, il valore della stufa si ritiene agevolato con l'aliquota ridotta al 10% solo sino a concorrenza del valore della prestazione connessa alla relativa installazione, mentre l'eventuale parte eccedente deve essere assoggettata all'aliquota Iva ordinaria del 20 per cento.
Si ritiene, infatti, che anche la stufa a pellet rientri nell'elenco dei cosiddetti «beni significativi» contenuto nel decreto 29 dicembre 1999 (che annovera, tra l'altro, le caldaie e gli impianti di condizionamento e riciclo dell'aria), il quale, anche se tassativo, deve comunque intendersi riferito anche ai beni che hanno la stessa funzionalità di quelli espressamente indicati, ma che, per specifiche caratteristiche, assumono una diversa denominazione (circolare 71/E/2000, paragrafo 4).


Pellet

Che cos'è il pellet? 

I pellets sono dei granelli composti da segatura di legno pressata in appositi macchinari, ad alte pressioni la segatura si compatta grazie alla lignina in essa presente, l'umidità ottimale per una buona pressatura del materiale è inorno al 6-8%.

Per la produzione dei pellets vengono utilizzati gli scarti scortecciati (quali segatura, truciolame, cippato .....)  derivanti dalle lavorazioni primarie come la produzione di tavolame per l'edilizia, perline, casette in legno, pali in legno, sedie ecc...

Il pellet è un combustibile solido che fa parte delle biomasse legnose ed è ritenuto rinnovabile e non inquinante in quanto durante la combustione emette CO2 pari a quella che la pianta ha assorbito durante il suo ciclo vitale.

Qual'è il pellet migliore?

Il pellet migliore è quello certificato EN PLUS o DIN PLUS, queste normative regolano tutto il processo produttivo dalla segatura al sacchetto su bancale, garantendo al consumatore un controllo costante sui processi produttivi

Cos'è la certificazione EN PLUS?

La certificazione EN PLUS nasce dall'esigenza di garantire al consumatore finale un controllo qualità costante su tutta la filiera produttiva e di creare uno standard di qualità a livello europeo.

La certificazione fa riferimento alla normativa ISO 17225-2 recentemente resa più stringente rigurdo all'esposizioni dei parametri tecnici sui sacchietti dei pellet.

La EN PLUS viene suddivisa in tre categorie:

EN PLUS A1: è lo standard di qualità più alto è necessario avere un potere calorico superiore a 4,6 kwh e un residuo di ceneri inferiore a 0,7% 

EN PLUS A2: è lo standard nel quale rientrano spesso i legni più duri come il faggio, è necessario avere un potere calorifico superiore a 4,6 kwh e un residuo di cenre compreso tra 0,7 a 1,2%

EN PLUS B: è utilizzato per pellet industriali o adatti alla combustione domestica.

Come riconosco un pellet certificato?

è molto importante saper riconoscere un pellet certificato da un pellet senza alcuna certificazione, il marchio della certificazione deve sempre essere sempre esposto per normativa sul sacchetto con scritto EN PLUS A1 oppure A2 e sotto vi deve essere il numero di registrazione con le iniziali dello stato di produzione e il numero seriale del produttore comein figura

Diffidate sempre da pellet che vengono spacciati per certificati ma non hanno il marchio con l'identificativo specificato sotto. 

Apporre il marchio EN PLUS senza avere superato i test, la procedura di certificazione e l'autorizzazione all'esposizione del logo è una violazione della normativa ed è sanzionabile a norma di legge.

E' meglio il pellet scuro o quello chiaro?

Non vi è una risposta valida al 100%, il colore non è influente sulla qualità del pellet in quanto essa è data invece dalla certificazione che ha ottenuto, inoltre siamo del parere che ogni impianto necessita di provare vari tipi di pellet per trovare quello che meglio gli si addice, dalla nostra esperienza non siamo riusciti a dare una risposta univoca alla domanda in questione.

Ho comprato lo stesso pellet ma la seconda fornitura aveva un colore diverso, perchè?

La colorazione può dipendere da vari fattori come per esempio il tasso di umidità nel luogo di stoccaggio della segatura oppure una permanenza superiore in un essiccatoio per asciugare e portare il materiale al giusto contenuto idricoe  in altri casi lo stoccaggio prolungato della materia prima in condizioni meteo avverse, tutte queste situazioni portano ad un cambiamento di colore finale del pellet che può diventare più scuro del normale.

La qualità comunque rimane invariata in quanto il legname utilizzato è sempre lo stesso

Perchè il prezzo varia spesso da una stagione all'altra?

Il pellet è un combustibile al pari di gasolio, metano e GPL ed è quindi soggetto a fluttuazione del mercato. 

il costo del pellet è mediamente composto come segue:

 il 54% del prezzo pagato è dovuto ai costi di materia e produzione ed essi dipendono dalla disponibilità di materiale sul mercato, se si presenta un inverno particolarmente rigido con alti consumi e bassi tagli forestali il pellet com'è logico sale seguendo il costo della materia prima.

il 20% del prezzo è dovuto al costo di trasporto dalla fabbrica produttrice al punto di rivendita, esso può variare in base alla disponibilità di mezzi in grado di fare le varie tratte richieste ed è inoltre soggetta alla variazione dei costi del gasolio.

il 18% del totale del prezzo è dovuto a un carico fiscale chiamato IVA (passata dal 10 al 22% nel 2015), essa è determinata dallo stato italiano e ha un peso notevole sul prezzo finale (pesa per il 18% sul totale in quanto il 22% è aggiunto sulla base imponibile) è un costo che è riscosso dal rivenditore e versato allo stato.

il restante 8% è il costo medio della distribuzione locale del pellet, è poco soggetto a variazioni se non per i costi del gasolio o della gestione del magazzino.

Perchè negli ultimi anni i parametri del pellet sono cambiati?

Con l'entrata in vigore della normativa ISO 17225-2 vi sono stati dei cambiamenti importanti nei controlli sui produttori certificati EN PLUS che hanno anche portato a declassamenti e sospensioni delle certificazioni.

Con la nuova normativa il potere calorifico non vien più calcolato su base secca (0% umidità) ma viene calcolato inserendo il contenuto idrico del pellet. Ovviamente il potere calorifico risultante è inferiore rispetto al vecchio sistema di calcolo in quanto il contenuto idrico influisce negativamente sulla combustione ma allo stesso tempo è indispensabile per evitare lo sfaldamento dei granelli dopo la produzione.

Oltre alla variazione dei calcoli del potere calorifico è cambiato anche il sistema di esposizione sul sacchetto dei parametri del pellet, con la nuova normativa per poter esporre i propri parametri è necessario un continuo controllo della produzione tramite analisi di laboratori specializzati, questo incrementa i costi per mantenere la qualità invariata.

Molti produttori per non sostenere ulteriori costi che andrebbero poi ribaltati sul prodotto finale preferiscono esporre sul sacchetto i parametri che la EN PLUS impone per poter essere certificati che non sono i valori reali del pellet ma solo quelli minimi o massimi consentiti, per esempio:

IL POTERE CALORICO MINIMO NECESSARIO PER LA CERTIFICAZIONE EN PLUS A1 è 4,6 KWh E IL RESIDUO DI CENERI MASSIMO CONSENTITO è 0,7%, sul sacchetto io potrò esporre il valore minimo di potenza calorica per la EN PLUS A1 (>4,6kwh) e il valore massimo di ceneri consentito dalla certificazione (<0,7%).

è sottointeso che ovviamente il pellet avendo superato i test di qualità richiesti dalla normativa ha valori migliori dei minimi richiesti dall'ente, i parametri reali possono essere richiesti al rivenditore o al produttore.

Si sente spesso parlare che i pellet Austriaci sono i migliori, è vero?

Possiamo affermare che la qualità austriaca è una delle migliori in europa tanto che quando si parla di pellet si distingue tra un pellet di abete non prodotto in Austria e il famoso pellet di ABETE AUSTRIACO.

Questa distinzione è dovuta al fatto che i produttori Austriaci si sono imposti da soli standard di qualità elevatissimi ancora prima dell'entrata in vigore delle normative Europee EN PLUS e successivamente sono stati tra i primi ad ottenere la nuova certificazione, inoltre la segatura utilizzata è scelta accuratamente dai produttori rendendo il combustibile derivante molto chiaro, con un potere calorifico elevato e un residuo di ceneri spesso bassissimo.

Tuttavia per ottenere una qualità così elevata e costante i costi sono alti ed il pellet Austriaco è anche tra i più cari sul mercato in termini di prezzo al sacchetto, anche se comunemente si ritiene che non valga la pena spedere certe cifre per l'acquisto di pellet noi siamo del parere che spendere meno non sia obbligatoriamente simbolo di risparmio.

E'  meglio pellet di faggio o pellet di abete?

A tal proposito il dibattito è acceso e le opinioni sono contrastanti, non vi è una risposta precisa a questa domanda, possiamo più che altro dire che il pellet di abete rappresenta il 70% del mercato in europa mentre il faggio il 30%, questa disparità però non è dovuta alla richiesta specifica del cliente finale ma alla disponibilità di legname sul mercato e alle lavorazioni primarie, l'abete è molto presente come legno nel centro, nord ed est Europa, è utilizzato principalmente nell'edilizia che ha trainato l'europa nel dopoguerra. 

Il faggio invece è presente soprattutto nel sud europa e nei balcani, esso viene utilizzato per la produzione di sedie, doghe dei materassi e per oggetti che richiedono una certa solidità pur essendo di dimensioni contenute oppure come legna da ardere, ne derivano produzioni più contenute.

Sulla qualità ci limitiamo a dire che i legni appartengono a due famiglie completamente diverse con caratteristiche differenti, questo implica che i parametri finali del pellet sono differenti soprattutto in termini di ceneri (più alte quelle del faggio rispetto all'abete) e potenza calorica (simile ma maggiore per i pellet di faggio).

Lasciamo a questa domanda il parere all'utilizzatore finale che sceglie il prodotto da utilizzare dopo aver effettuato tutte le prove necessarie.

In Italia ci sono produttori di pellet?

Come tutti gli altri paesi d'Europa anche in Italia ci sono produttori di pellet, ma la produzione non è assolutamente sufficiente a soddisfare il fabbisogno Italiano di pellet, in Italia si consumano 3.500.000 di tonnellate di pellet e la produzione nei confini nazionali arriva intorno al 25% del fabbisogno, ne deriva che il restante 75% deve essere importato.

Dal 2008 a causa della crisi economica che ha portato un crollo del settore edilizio, molte segherie e mobilifici hanno chiuso lasciando il mercato privo di scarti e segatura che andavano ad alimentare il settore del pellet.

Inoltre gli alti costi energetici, gestionali accompagnati da un apparato burocratico lento e complicato scoraggiano ogni possibile investitore che sia attratto dal settore, costringendolo a optare per nazioni in cui vi è più convenienza.